lunedì 14 giugno 2010
...motivazione = prodotto....
domenica 13 giugno 2010
...questione di...motivazioni
Come scritto nei post precedenti il turismo è un fenomeno più che un settore; raccoglie infatti tanti settori, tutti importanti, che devono funzionare in perfetta sincronia gli uni con gli altri: trasporti, infrastrutture, accessibilità dall'esterno (porti ed aeroporti) servizi, viabilità e segnaletica, attività di comunicazione, organizzazione del territorio in funzione dei flussi che si vogliono intercettare ed infine, e solo alla fine, le strutture ricettive. Il mitico Sir Charles Forte, fondatore dell'omonimo gruppo, diceva: "...gli alberghi sono come le ciliegie sulla torta...vanno messi per ultimi". La parte ricettiva, dunque, non deve essere l'elemento primario da considerare quando si pensa e si sceglie il turismo per lo sviluppo dell'economia di una Regione e di un Paese.
E' invece necessario osservare e studiare ciò che si è e ciò che si ha (ed anche ciò che non si ha) per capire a quali motivazioni il territorio può o potrà rispondere, se ha o meno le caratteristiche naturali (non naturalistiche) di predisposizione a poter accogliere soggetti che si spostano per soddisfare quelle motivazioni, per capire se si è disposti a realizzare delle infrastrutture a supporto di quelle motivazioni, per decidere se sia il caso o meno di cedere una porzione del proprio territorio per acconsentire che tali infrastrutture vengano realizzate.
Le motivazioni dunque fanno muovere le persone, questo è il primo fondamentale aspetto che occorre considerare prima e più di ogni altra cosa. La destinazione non è più il fattore determinate, mentre la ragione per la quale desidero muovermi, le cose che voglio fare in quei luoghi, questi sono gli aspetti che si devono considerare quando si sceglie di puntare sul Turismo.
Occorre porsi dunque tante domande, è giusto porsi tanti quesiti, però poi bisogna scegliere, ed una volta presa la decisione occorre essere conseguenti, ovvero fare effettivamente le cose che servono per sostenere l'attrazione di quella parte di domanda interessata a quella specifica motivazione.
Nel prossimo post andrò ancora più nel dettaglio, facendo degli esempi pratici di analisi e scelte di una motivazione, ovvero di chi desidero invitare nella mia Terra.
martedì 8 giugno 2010
...le regole del gioco
Spesso, ed è un tema attuale, la competitività viene misurata con diversi modelli, attraverso indicatori classici come il PIL aggregato oppure con indicatori di innovazione e tecnologia (numero di invenzioni brevettate, censimento del numero computer nelle case, percentuale di laureati scientifici ecc...)
Ciò che a me sembra invece non venga ricompreso (o non viene messo in ampio risalto) nella determinazione degli indicatori della competitività é quella parte di economia che non consente di registare le entrate, ma sicuramente fa registrare le uscite, creando un pesante scompenso del valore di PIL di una regione e/o di un Paese: l'abberrante fenomeno dell'economia sommersa.
In questo caso mi soffermo sul fenomeno che interessa l'economia turistica sarda, basandomi sui dati riportati in rapporti economici importanti per qualità e profondità di analisi elaborati dal CRENoS, il Centro di Ricerche Economiche Nord Sud (istituito nel 1993 fa capo alle Università di Cagliari e Sassari): Economia del turismo in Sardegna (Settembre 2004, ed. CUEC) ed Economia della Sardegna 16° Rapporto 2009 (Maggio 2009, ed. CUEC)
Già nel 2004, ed è facile pensare che tali dati siano incrementati, a fronte di 164.000 posti letto delle attività ricettive classificate (dai 5* ai b&b) il CRENoS stimava, con un range di difetto del 25% (della serie teniamoci bassi) vi fossero in Sardegna ben 750.000 posti letto in seconde case. A voler essere meno prudenti dei bravissimi economisti del CRENoS tali valori si avvicinerebbero paurosamente al numero dei residenti in Sardegna.
Nel rapporto del 2009 vengono rese pubbliche le stime del CRENoS che indicano in 25 Milioni le presenze sommerse nella maggior parte dei casi da addebitare alle seconde case. Nel 2009 sono state registrate 12 milioni di presenze ufficiali, ovvero di tutte le tipologie ricettive classificate (alberghi, residence, campeggi, agriturismo, CAV, b&B ecc...).
Tali dati sono di una enormità pazzesca, hanno un impatto devastante sulla nostra isola, in termini di pressione su coste, su strade, su interno, su aeroporti e porti, ma tale impatto non ha una voce corrispondente nelle entrate.
Se calcolassimo un importo minimo per ogni presenza nascosta, che ne so € 50,00 come valore di IVA o come addizionale regionale, mancherebbero alla Sardegna 1 miliardo e 250 milioni di euro. Non credo che la Sardegna, come tutte le regioni italiane, sia in grado di rinunciare a tali cifre. In una situazione normale ci si aspetterebbe una politica volta a far emergere gradualmente tali valori. Questo non è mai stato fatto, nessuno ha voluto seriamente (ma nemmeno per scherzo) porsi tale problema.
Se si sceglie il turismo, allora si deve considerare non solo come organizzare il territorio regionale e/o nazionale per sostenere tale linea di sviluppo ma si deve rendere chiaro ed inequiovocabile il messaggio che vi sono delle regole, che devono essere rispettate, che chi le infrange deve essere perseguito.
Oggi a tale gioco, con tali regole, sono chiamate solo le strutture ricettive classificate, quelle attività cioè che sono facilmente identificabili che sono cariche di costi amminstrativi (IVA, 626, haccp ecc...), di costi per servizi (TARSU), di imposte (ICI, IRES, IRAP ecc), di costi contributivi per i dipenenti assunti.
Scegliere il Turismo non significa consentire o meno di costruire, significa decidere in che modo il territorio possa trarre effettivo beneficio da quella scelta, non solo per le aziende, o per i privati proprietari di una seconda casa, ma anche per coloro i quali possono anche non essere coinvolti direttamente nella produzione/erogazione del servizio turistico ma vivono, utilizzano e pagano le tasse in quel Comune, Provincia e Regione fruendo almeno per il 99% dello stesso bene fruito dai turisti: il territorio ed i suoi servizi.