lunedì 14 giugno 2010

...motivazione = prodotto....

Le motivazioni, sono quindi i punti su cui costruire l'offerta turistica; si studia cosa esprime la domanda, e da lì si parte per definire una piano operativo.

Capire, a livello mondiale, quali siano le tendenze non è difficile, vi sono costanti ed approfonditi studi, report, analisi ecc... Studiando questi documenti si può iniziare a capire se vi siano rispondenze tra ciò che abbiamo (o che potremmo organizzare) e ciò che quella motivazione esprime in termini di esigenze.

Nel comprendere se una specifica motivazione è adatta al territorio su cui si intende sviluppare una economia legata al turismo è opportuno verificare alcuni punti: in quali paesi tali motivazioni sono diffuse, quante sono le persone che la seguono, quale è la spesa media pro-capite di tali persone, quante volte sono disposti a muoversi per soddisfare quelle motivazioni, quale distanza sono disposti a coprire pur di soddisfare tali esigenze.

Fatta questa prima analisi, si deve passare ad una fase successiva con la quale si deve capire se, a fronte di quanto analizzato nella fase precedente, vi sia l'interesse ad andare avanti per attirare quel flusso sul proprio territorio. In questa fase occorre quindi: selezionare i paesi di provenienza, considerare se già esistono collegamenti aerei e/o navali, verificare se vi sono le infrastrutture adatte, se vi è una naturale predisposizione del proprio territorio per guardare a quelle motivazioni considerate, valutare se si debbano creare ex novo delle infrastrutture e/o modificare quelle eventualmente esistenti, considerare se gli investimenti fatti avranno un impatto irreversibile sul territorio, valutare eventuali fattori di riconversione.

A questo punto,l'Istituzione che è chiamata a prendere delle decisioni in merito, ha a disposizione un volume ampio e dettagliato di informazioni come queste, e a quel punto ha il dovere di prendere delle decisioni e fare delle scelte.

Vediamo un esempio pratico. Si considerano le tendenze a livello mondiale su determinate attività e, diciamo, la nostra attenzione ricade sul cicloturismo. In primo luogo si devono considerare quelle regioni e quei paesi immediatamente vicino alla nostra per poi allargare il "campo di ricerca" e capire se a livello nazionale ed europeo, vi sono persone che praticano questa attività in numero significativo. Qualora vi fosse un riscontro interessante occorrerebbe verificare la capacità di spesa media di tali persone: dalle statistiche internazionali si stima che chi pratica attività legate al cicloturismo possiede dalle 2 alle 4 biciclette, dal costo medio di € 2.000,00, a cui si aggiunge il resto dell'attrezzatura. Se poi emerge la disponibilità a coprire anche lunghe distanze per soddisfare il proprio bisogno e farlo per più volte nel corso dell'anno, è necessario verificare se vi siano collegamenti aerei da/per le aree che si sta considerando.

Aspetti di questo genere sono di sicuro interesse per una Regione; credo però che le premesse, anche quelle molto positive, siano una condizione necessaria ma non sufficiente per compiere una scelta. Una volta giunti in questa fase occorre fare un'analisi del territorio e capire se esistono già infrastrutture che siano confacenti allo svolgimento di tale attività o se bisogna crearle con percorsi ciclabili dedicati interterritoriali, magari con livelli di difficoltà diversi, segnaletica dedicata. Bisogna inoltre considerare l'eventualità della condizione di riconversione e/o di irreversibilità degli investimenti fatti in funzione di questa attività.
Infine, non dobbiamo mai dimenticare che purtroppo, a livello regionale e nazionale siamo sempre all'inseguimento di altri che hanno già preso le loro decisioni; siamo quindi costretti sempre a "rincorrere", per cui spesso può non bastare la premessa e l'analisi del territorio, occorre pensare ad elementi diversi che distinguano e rendano unica una proposta che, sostanzialmente verte sulla soddisfazione, di una motivazione che può essere praticata ovunque.

In questo caso, quei fattori di premessa di cui abbiamo parlato nei primi post, i paesaggi, le unicità dei territori, la loro tradizione, la cultura ancestrale, devono fungere da supporto e da spunto per rendere diverse le porposte per essere considerate e scelte dal viaggiatore.
Quando parlo di spunti intendo anche il guardare a cosa è già presente nel territorio per inserirlo nella proposta come punto di forza; ad esempio un aspetto fondamentale per chi si sposta in bicicletta sono i punti di sosta, i punti ristoro (anche per la nanna), i centri di assistenza.
La Sardegna è disseminata sulle vie principali e secondarie di Case Cantoniere, alcune in posizione panoramica, tutte in posizione stategica: può essere un punto di differenziazione rispetto ad altre offerte in Italia ed all'estero recuperare ed inserire nella propria offerta una formidabile "catena" di punti di assistenza/ristoro/ricettivi che ha una propria storia? Io credo di sì, sopratutto se li si vanno a confrontare con i "bicigrill" realizzati in Trentino; penso che un'operazione del genere possa all'improvviso far passare la lungimiranza del Trentino in una azione obsoleta....e in termini di marketing non sarebbe una brutta cosa.
Alla prossima

domenica 13 giugno 2010

...questione di...motivazioni

In questo quarto post, faccio un piccolo passo verso aspetti un po' più concreti rispetto ai temi generali dei primi tre.

Come scritto nei post precedenti il turismo è un fenomeno più che un settore; raccoglie infatti tanti settori, tutti importanti, che devono funzionare in perfetta sincronia gli uni con gli altri: trasporti, infrastrutture, accessibilità dall'esterno (porti ed aeroporti) servizi, viabilità e segnaletica, attività di comunicazione, organizzazione del territorio in funzione dei flussi che si vogliono intercettare ed infine, e solo alla fine, le strutture ricettive. Il mitico Sir Charles Forte, fondatore dell'omonimo gruppo, diceva: "...gli alberghi sono come le ciliegie sulla torta...vanno messi per ultimi". La parte ricettiva, dunque, non deve essere l'elemento primario da considerare quando si pensa e si sceglie il turismo per lo sviluppo dell'economia di una Regione e di un Paese.

E' invece necessario osservare e studiare ciò che si è e ciò che si ha (ed anche ciò che non si ha) per capire a quali motivazioni il territorio può o potrà rispondere, se ha o meno le caratteristiche naturali (non naturalistiche) di predisposizione a poter accogliere soggetti che si spostano per soddisfare quelle motivazioni, per capire se si è disposti a realizzare delle infrastrutture a supporto di quelle motivazioni, per decidere se sia il caso o meno di cedere una porzione del proprio territorio per acconsentire che tali infrastrutture vengano realizzate.

Le motivazioni dunque fanno muovere le persone, questo è il primo fondamentale aspetto che occorre considerare prima e più di ogni altra cosa. La destinazione non è più il fattore determinate, mentre la ragione per la quale desidero muovermi, le cose che voglio fare in quei luoghi, questi sono gli aspetti che si devono considerare quando si sceglie di puntare sul Turismo.

Si è ancora convinti che sia sufficiente declamare le bellezze naturalistiche della propria Terra, elencarne le golosità culinarie, affermare l'assoluta unicità dei profumi, dei colori, dei paesaggi. Se ci riflettiamo, non c'è una Regione, un Paese che non si presenti in questi termini. Non è più sufficiente dire di essere unici (di fatto, tutti si presentano come tali), occorre smettere di guardare al proprio ombellico e capire che ciò che si crede essere l'obiettivo della scelta ( il paesaggio appunto, l'unicità ecc...) è in realtà la premessa. Mi spiego: premesso che il luogo del mio viaggio sia unico, speciale, che mi dia emozioni, io vado a fare cicloturismo, diving, golf, a visitare musei, ecc....in quella specifica località, Regione o Paese che sia.
Le motivazioni sono quindi infinite, e molteplici nel senso che una singola persona può avere diversi interessi, diverse motivazioni, a cui corrispondono esigenze diverse; la stessa persona può viaggiare per lavoro, per partecipare alla Gran Fondo, per visitare la mostra del Caravaggio, per accompagnare il proprio figlio ad un torneo di calcio, per accompagnare un parente per una visita specialistica in una località lontana dalla propria Regione, ecc....Per ogni singola motivazione, vi sono diverse esigenze, dietro le quali si sviluppano economie, servizi, organizzazioni, imprese, enti, ecc...
Si dovrà quindi comprendere quali sono le motivazioni che il mio territorio può già soddisfare? Quali sono quelle che potrei intercettare se organizzo il territorio in una determinata maniera? Quali sono quelle motivazioni che invece possono, nell'immediato come nel futiro, generare un impatto negativo sul paesaggio, sulla società, sullo sviluppo futuro per le generazioni che verranno?

Occorre porsi dunque tante domande, è giusto porsi tanti quesiti, però poi bisogna scegliere, ed una volta presa la decisione occorre essere conseguenti, ovvero fare effettivamente le cose che servono per sostenere l'attrazione di quella parte di domanda interessata a quella specifica motivazione.

Nel prossimo post andrò ancora più nel dettaglio, facendo degli esempi pratici di analisi e scelte di una motivazione, ovvero di chi desidero invitare nella mia Terra.

martedì 8 giugno 2010

...le regole del gioco

Questo terzo post è ancora dedicato ad aspetti generali, di premessa, che hanno lo scopo di rendere chiari quali debbano essere i presupposti che portano a scegliere il turismo come sistema di sviluppo di un Paese come l'Italia e di una Regione come la Sardegna. In questo caso mi soffermo sulla situazione della nostra Regione non, perchè diversa o unica rispetto alle altre Regioni, ma perchè la conosco nei dati, nel fenomeno e nelle analisi; credo però che non vi siano poi grandi e sostanziali differenze tra la Sardegna ed altre regioni italiane.

Spesso, ed è un tema attuale, la competitività viene misurata con diversi modelli, attraverso indicatori classici come il PIL aggregato oppure con indicatori di innovazione e tecnologia (numero di invenzioni brevettate, censimento del numero computer nelle case, percentuale di laureati scientifici ecc...)
Ciò che a me sembra invece non venga ricompreso (o non viene messo in ampio risalto) nella determinazione degli indicatori della competitività é quella parte di economia che non consente di registare le entrate, ma sicuramente fa registrare le uscite, creando un pesante scompenso del valore di PIL di una regione e/o di un Paese: l'abberrante fenomeno dell'economia sommersa.

In questo caso mi soffermo sul fenomeno che interessa l'economia turistica sarda, basandomi sui dati riportati in rapporti economici importanti per qualità e profondità di analisi elaborati dal CRENoS, il Centro di Ricerche Economiche Nord Sud (istituito nel 1993 fa capo alle Università di Cagliari e Sassari): Economia del turismo in Sardegna (Settembre 2004, ed. CUEC) ed Economia della Sardegna 16° Rapporto 2009 (Maggio 2009, ed. CUEC)
Già nel 2004, ed è facile pensare che tali dati siano incrementati, a fronte di 164.000 posti letto delle attività ricettive classificate (dai 5* ai b&b) il CRENoS stimava, con un range di difetto del 25% (della serie teniamoci bassi) vi fossero in Sardegna ben 750.000 posti letto in seconde case. A voler essere meno prudenti dei bravissimi economisti del CRENoS tali valori si avvicinerebbero paurosamente al numero dei residenti in Sardegna.
Nel rapporto del 2009 vengono rese pubbliche le stime del CRENoS che indicano in 25 Milioni le presenze sommerse nella maggior parte dei casi da addebitare alle seconde case. Nel 2009 sono state registrate 12 milioni di presenze ufficiali, ovvero di tutte le tipologie ricettive classificate (alberghi, residence, campeggi, agriturismo, CAV, b&B ecc...).
Tali dati sono di una enormità pazzesca, hanno un impatto devastante sulla nostra isola, in termini di pressione su coste, su strade, su interno, su aeroporti e porti, ma tale impatto non ha una voce corrispondente nelle entrate.

Se calcolassimo un importo minimo per ogni presenza nascosta, che ne so € 50,00 come valore di IVA o come addizionale regionale, mancherebbero alla Sardegna 1 miliardo e 250 milioni di euro. Non credo che la Sardegna, come tutte le regioni italiane, sia in grado di rinunciare a tali cifre. In una situazione normale ci si aspetterebbe una politica volta a far emergere gradualmente tali valori. Questo non è mai stato fatto, nessuno ha voluto seriamente (ma nemmeno per scherzo) porsi tale problema.

Se si sceglie il turismo, allora si deve considerare non solo come organizzare il territorio regionale e/o nazionale per sostenere tale linea di sviluppo ma si deve rendere chiaro ed inequiovocabile il messaggio che vi sono delle regole, che devono essere rispettate, che chi le infrange deve essere perseguito.

Oggi a tale gioco, con tali regole, sono chiamate solo le strutture ricettive classificate, quelle attività cioè che sono facilmente identificabili che sono cariche di costi amminstrativi (IVA, 626, haccp ecc...), di costi per servizi (TARSU), di imposte (ICI, IRES, IRAP ecc), di costi contributivi per i dipenenti assunti.

Scegliere il Turismo non significa consentire o meno di costruire, significa decidere in che modo il territorio possa trarre effettivo beneficio da quella scelta, non solo per le aziende, o per i privati proprietari di una seconda casa, ma anche per coloro i quali possono anche non essere coinvolti direttamente nella produzione/erogazione del servizio turistico ma vivono, utilizzano e pagano le tasse in quel Comune, Provincia e Regione fruendo almeno per il 99% dello stesso bene fruito dai turisti: il territorio ed i suoi servizi.

sabato 5 giugno 2010

...scegliere

Un ringraziamento ai primi sostenitori di golondrines e, come primo vero post, desidero soffermarmi su un tema quasi sempre assente nella politica di economia del turismo del nostro paese e della nostra regione: fare scelte.
A prescindere da quali siano gli indirizzi, le politiche, le motivazioni che si intende soddisfare, se si considera il turismo come fattore di sviluppo, di benessere dei propri abitanti, occorre prendere decisioni nette, precise e non ambigue.
L'estrema complessità del settore (come già visto nel primo post) non può lasciare spazio all'improvvisazione, è impensabile continuare a credere che la rendita di posizione derivata dalle bellezze naturali del nostro Paese, della nostra Isola sia inesauribile (di fatto si è esaurita da una decina d'anni).
Se si sceglie il turismo lo si deve fare con una precisa consapevolezza: da quel momento in poi si deve scegliere quali debbano essere le motivazioni per farsi visitare, si deve scegliere se "sacrificare" o meno un parte del proprio territorio, della propria località, di un quartiere della propria Città, si deve scegliere come farsi raggiungere, si deve scegliere di farsi trovare, si deve scegliere di preparsi per quell'incontro con chi abbiamo chiamato a farci visita (tra l'altro pagando).
Scegliere vuol quindi dire porsi domande, studiare, analizzare, confrontarsi, ed applicare quanto deciso. Si deve in sostanza capire che turismo = posti letto è la formula con cui, negli ultimi 40 anni si è non scelto, formula che i vari schieramenti politici applicavano per proporsi come paladini (a seconda dell'onda elettorale) dello sviluppo o dell'ambiente con posizioni perfettamente speculari e antitetiche dimenticando, anzi, ignorando che in realtà fare turismo significa organizzare, pianificare, formare, preservare e dare valore, infrastrutturare un intero Paese.
Oggi, credo che l'unica possibilità sia quella di intendere la politica economica e turistica del nostro Paese e della nostra Regione solo con la consapevolezza di che cosa implichi scegliere il turismo e con la speranza che non ci si abbandoni più alla facilità della non scelta.

mercoledì 2 giugno 2010

...primo volo

Questo è il primo post di "Golondrines", ed è un po' come un numero zero di un giornale, un debutto, un primo passo, un primo volo.
In spagnolo, golondrinas vuol dire rondini . A qualcuno può sembrare romantico associare i temi del turismo alle rondini, in realtà la mia idea è molto meno nobile e più pratica. Certamente, e forse banalmente, associo "le rondini" al viaggio, al volo ed alla stagionalità; meno banalmente il termine golondrinas mi attrae anche per altri motivi.
Fra questi, ho scoperto, con piaciere che a Barcellona con il termine golondrines si indicano le imbarcazioni da diporto che permettono di costeggiare la città catalana e di goderne il profilo dal mare, e da buon algherese ogni scusa è buona per ricordare il legame con la Catalunya; in questo caso mi piace molto l'idea di usare questa parola nella versione/variante catalana per dare il titolo al mio blog.
Stagionalità, volo, trasporti navali, emozioni, esotismo, tutti aspetti che si collegano al turismo, anzi ai turismi. Anche in questo caso la declinazione al "plurale" di questo blog non è casuale, è anzi legato alla pluralità di questo settore, che, di fatto è una somma di tanti settori, tutti importanti che devono funzionare in perfetta sincronia, come ingranaggi di un orologio di precisione.
La pluralità è anche legata alla molteplice forma che un'unica persona può assumere in relazione al turismo; è sufficiente infatti che io modifichi le motivazioni di un mio viaggio, di un mio spostamento ed ecco che possono cambiare, anche radicalmente, le esigenze necessarie a soddisfare i bisogni espressi per quella specifica motivazione che mi ha spinto a prendere la macchina, il treno o l'aereo per muovermi.
Infine la pluralità, in relazione ai servizi legati al turismo, consente a tutti di esprimere un doppio ruolo nella città in cui viviamo; che differenza c'è infatti fra me, una persona che viene dalla Norvegia ed una che viene da Milano nell'ordinare un caffé macchiato al bar in Piazza Sulis? Nessuna, tutti e tre richiedono quel prodotto (il caffé macchiato), servito allo stesso modo (al tavolino in esterno) e nello stessa località (Alghero).
Spesso i confini che riteniamo geografici li riportiamo nella vita quotidiana, senza accorgerci che in realtà tali confini di fatto non sono mai esistiti.
Auspico con questo blog di poter fornire angoli di vista diversi sul turismo e poter suscitare, confrontandomi con chi, in maniera costruttiva, ritenga opportuno intervenire per confutare, migliorare le mie proposte di riflessione.
Buon volo a tutti